Qualcosa di simile ai suoni del bosco by Maurizio Braucci

Qualcosa di simile ai suoni del bosco by Maurizio Braucci

autore:Maurizio Braucci [Braucci, Maurizio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni e/o
pubblicato: 2023-10-17T22:00:00+00:00


L’anno scolastico terminò e la preside ottenne i buoni risultati che aveva sperato per i suoi alunni. Iniziò l’estate e i bambini tornarono a essere attratti dalla natura e dalle avventure, senza più curarsi dei compiti, delle letture e delle alzate di mano per andare in bagno. Al caldo mezzogiorno suonato dalle cicale e alle notti piene dei canti dei grilli verso la luna d’agosto seguirono i temporali di fine estate, i quali aprirono le porte all’autunno e alla ripresa della scuola.

Il primo giorno di lezione, i bambini guardarono con tristezza la piazza vuota, senza più i loro angeli custodi, quelli iscritti al primo anno di scuola ascoltarono dai più grandi la storia dei cani e delle loro magnifiche scorte. Dopo alcuni giorni, presi dalla nostalgia, due fratelli gemelli, Desiderio e Teodosio, identici in tutto tranne che nei nomi, decisero di bucare le lezioni e di andare in visita al canile dove erano stati imprigionati i loro amici. Si informarono sulla posizione, scoprirono che era in una contrada lontana e, in una tiepida mattina d’autunno, all’insaputa dei genitori, ci andarono in sella alle loro bici. Il canile si trovava oltre un boschetto, era custodito da un uomo alto e grosso, più feroce di un cane da guardia, e che viveva in una casetta che rassomigliava a un’enorme cuccia. Il pavimento dell’unica stanza, buia e maleodorante, era coperto di bottiglie di vino vuote, il guardiano era sempre ubriaco, ma entrare nel canile era impossibile senza il suo permesso. Teodosio e Desiderio si appostarono dietro i cespugli che costeggiavano il sentiero d’accesso, da lì spiarono il canile e scoprirono che i cani erano rinchiusi in una gabbia comune e che l’uomo si comportava con loro in modo crudele. Quando dava loro da mangiare li batteva con un bastone e li malediceva appena si accalcavano alla rete, godendo delle zuffe che si scatenavano per il cibo. In mezzo a quei poveri animali, i gemelli riconobbero i loro amici, avevano occhi opachi e infossati per la perdita della libertà, il loro aspetto era ancora più misero di quando facevano la vita da randagi. I due furono sul punto di essere scoperti quando uno dei cani li fiutò e, festoso e disperato, iniziò ad abbaiare da un angolo della gabbia nella loro direzione. Una cagna fece altrettanto e così tutti gli altri, finché il guardiano si insospettì e uscì a controllare il sentiero.

Un attimo dopo, Teodosio e Desiderio stavano già pedalando verso il paesello, pieni d’odio per il custode e di tristezza per i cani, ma con un piano in mente. Tornarono al canile il giorno dopo, stavolta con una sacca piena di bottiglie di vino rosso, raccolte tra i compagni di scuola a cui avevano raccontato dello stato penoso dei cani. Ognuno ne aveva rubata una dalla cantina della propria casa, con la regola che fossero tutte della stessa forma e colore. I gemelli si erano vestiti uguali, in modo da sembrare lo stesso bambino, e nessuno, forse nemmeno la loro madre, sarebbe stato in grado di distinguerli.



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